Ravenna è conosciuta in tutto il mondo per i suoi mosaici
conservati nelle sue basiliche bizantine, pertanto una
visita alla città non può prescindere da queste chiese.
San Vitale - (VI secolo)
Caratteristica per la pianta ottagonale,
la Basilica di San Vitale è considerata il monumento più bello dell'arte bizantina.
Qui, nelle pareti laterali, si possono ammirare due grandi pannelli
che rappresentano Giustiniano e Teodora.
Adiacente alla basilica è il piccolo Mausoleo di Galla Placidia (V secolo) con mosaici di rara bellezza. Di grande suggestione è la volta del tempietto che raffigura il cielo stellato. Si dice che il grande musicista Cole Porter scrivesse una delle sue canzoni più famose, Night and day, dopo aver visitato il Mausoleo. Al patrono della città Sant'Apollinare sono dedicate due basiliche, una in centro e l'altra a circa 5 km dall'abitato. Sant'Apollinare Nuovo (VI secolo) fu eretta da Teoderico e pertanto nacque come basilica ariana e solo successivamente venne consacrata al culto cattolico.
Adiacente alla basilica è il piccolo Mausoleo di Galla Placidia (V secolo) con mosaici di rara bellezza. Di grande suggestione è la volta del tempietto che raffigura il cielo stellato. Si dice che il grande musicista Cole Porter scrivesse una delle sue canzoni più famose, Night and day, dopo aver visitato il Mausoleo. Al patrono della città Sant'Apollinare sono dedicate due basiliche, una in centro e l'altra a circa 5 km dall'abitato. Sant'Apollinare Nuovo (VI secolo) fu eretta da Teoderico e pertanto nacque come basilica ariana e solo successivamente venne consacrata al culto cattolico.
La basilica sorge accanto
a una costruzione che, ancorché erroneamente,
è sempre stata chiamata "Palazzo di Teoderico",
forse perché nel suo interno si conservano frammenti
del pavimento musivo della reggia di Teoderico. I funerali di Dante si svolsero nella chiesa di San Francesco, una sobria ed elegante costruzione del X-XI secolo. Sotto all'altare maggiore è possibile vedere il pavimento,
sommerso dall'acqua, della chiesa precedente,
costruita nel V secolo e dedicata agli apostoli Pietro e Paolo.
La chiesa sorge nella "zona dantesca", il cui cuore è costituito
dalla Tomba di Dante, opera dell'architetto
ravennate Camillo Morigia(1780).
Altro importante luogo dantesco è la chiesa di
Santa Maria in Porto Fuori (XI secolo),
a pochi km dalla città, dove, oltre a tracce di affreschi
di scuola riminese giottesca, è conservato il bellissimo
sarcofago di Pietro Peccatore, ricordato da
Dante nel XXI canto del Paradiso
("e Pietro Peccator fu' nella casa/di
Nostra Donna in sul lito adriano").
Entrambe del V secolo sono la basilica di
San Giovanni Evangelista, eretta da Galla Placidia
per un voto fatto al Santo durante una tempesta mentre
stava viaggiando per mare verso Ravenna,
e la chiesa di Sant'Agata Maggiore. Del periodo della dominazione veneziana restano
il Palazzetto che si affaccia sulla Piazza del Popolo,
due colonne erette nel 1483 il cui basamento è stato
scolpito da Pietro Lombardo, e la Rocca Brancaleone,
una imponente fortezza all'interno della quale si svolge
la grande estate musicale ravennate
(Ravenna Festival, Ravenna Jazz, opere liriche...).
I musei e le istituzioni culturali -
Il Museo Nazionale, presso la basilica di San Vitale,
contiene interessanti collezioni di monete romane,
di avori bizantini e medioevali e una ricchissima oploteca.
Famosissimo il Museo Arcivescovile,
dove si può ammirare uno dei gioielli
più preziosi dell'arte bizantina: la cattedra del vescovo
Massimiano (VI secolo). Molto interessante la cappella
privata degli arcivescovi (Oratorio di Sant'Andrea)
con raffigurazioni musive. In una parete si legge il
conosciutissimo verso: "Aut lux hic nata est aut
capta hic libera regnat" (O la luce è nata qui,
oppure imprigionata qui vi regna libera).
Nella Pinacoteca, che si affaccia sul giardino
pubblico con la armonica Loggetta Lombardesca,
si conserva la statua funeraria di Guidarello Guidarelli,
opera di Tullio Lombardi.
Nello stesso edificio trovano posto l'Accademia di Belle Arti
e il Museo di Scienze Naturali, mentre nel giardino retrostante
è stato costruito un Planetario (cupola di 8 metri) per la didattica
e la divulgazione dell'astronomia. Tutto il complesso occupa l'ex
Monastero di Porto, annesso alla basilica di Santa Maria in Porto
(XVI secolo) nella quale è venerata
l'immagine della Madonna Greca,
un prezioso bassorilievo in marmo pario dell'XI secolo.
Ricca di codici (fra cui il preziosissimo
Codice di Aristofane dell'XI secolo) e di incunaboli è la
Biblioteca Classense, con la bellissima Aula Magna e
la Sala delle scienze, do ve si possono ammirare due
globi seicenteschi di Vincenzo Coronelli.
Appena fuori città, oltre il cavalcavia ferroviario nella
zona del porto, si erge maestoso il Mausoleo di Teoderico
(VI secolo), in sasso d'Istria.
Nel piano superiore, al centro, si trova una vasca di porfido dove molto probabilmente venne riposto il corpo del re goto. La copertura del monumento è costituita da un monoblocco di sasso d'Istria di quasi 300 tonnellate che ancora oggi fa discutere gli esperti circa il modo con cui esso è stato issato. Fuori città, lungo l'argine destro del fiume Ronco, è stata innalzata la Colonna dei Francesi (XVI secolo), un pilastro che ricorda il luogo della battaglia di Ravenna, dove perse la vita Gastone de Foix e della quale fu testimone oculare Ludovico Ariosto, che la descrisse in un sonetto.
In periferia è possibile ripercorrere anche i luoghi caratteristici
della cosiddetta Trafila Garibaldina. In località Mandriole
esiste ancora la casa (Cascina Guiccioli) dove furono ospitati
Garibaldi e Anita. Qui una lapide ricorda la morte di Anita e,
poco distante, è stato innalzato un "cippo" nel luogo dove venne
ritrovato il corpo. Lungo la strada che collega Ravenna con
Porto Corsini è stato ricostruito il Capanno Garibaldi,
dal quale iniziò la seconda fase della "trafila".
Nella zona sud, dopo il ponte sui Fiumi Uniti, si estende la
zona archeologica di Classe, dove sono stati portati allo
scoperto strutture portuali bizantine risalenti al V e VI secolo,
necropoli e una strada.
Nella zona si trovano anche gli scavi che hanno portato
alla luce la basilica di San Severo (VI secolo).
I dintorni di Ravenna, infine, sono ricchi di pievi, fra le quali
San Cassiano in Decimo (IX secolo) a Campiano,
Sant'Apollinare in Longana (XI secolo) nell'omonima
località e le pievi di Pievequinta (X secolo),
San Pietro in Vincoli (XI-XII secolo) e
San Pietro in Trento (X secolo).
Di grande interesse naturalistico sono le pinete,
cantate da Boccaccio, Dante e Byron, ma soprattutto
l'Oasi di Punte Alberete, alla quale si accede a una
decina di chilometri dalla città, lungo la strada
Romea Nord che conduce a Venezia.
È una delle "zone umide" più importanti d'Italia con pioppi,
salici, frassini, olmi e vegetazione acquatica. In questa zona,
a un tiro di sasso dalle ciminiere, volano l'ibis mignattaio,
il tuffetto, le garzette, ma soprattutto gli aironi,
che in questa zona nidificano.
Mirabilandia
A Savio sorge uno dei più grandi parchi Italiani
dedicati al Divertimento per turisti provenienti da
Ravenna e da tutto il mondo.
Mirabilandia ha valorizzato moltissimo sotto
il profilo del divertimento in Romagna, la città
di Ravenna trovandosi a pochi chilometri dalla stessa.
La storia di Ravenna
Il destino di Ravenna è da sempre scritto nel suo nome.
Gli storici moderni, infatti, concordano con la tesi che
il nome Ravenna contenga la radice rav che significa
"scorrere dell'acqua" e proprio all'acqua la città deve
le sue fortune. Fu l'acqua a renderla inaccessibile ai nemici,
ma fu ancora l'acqua a proiettarla nella storia, prima come
porto militare romano e successivamente come porto
mercantile che ancora oggi è fra i maggiori dell'Adriatico.
Anche se l'origine di Ravenna è antichissima
(va ricercata almeno nel terzo millennio prima di Cristo),
fu con Giulio Cesare, come scrive lo storico Augusto Torre,
"che si ebbe l'ingresso trionfale di Ravenna nella storia",
un ingresso che vede Ravenna protagonista indiscussa
per quasi cinque secoli.
A Ravenna Cesare era solito passare l'inverno e proprio
da Ravenna sarebbe partito per la conquista di Roma,
dopo aver attraversato il Rubicone nel 49 a.C.. Dopo i fasti romani, inizia per Ravenna un periodo di
decadenza, ma al tempo stesso si apre uno dei capitoli
più importanti di tutta la sua storia.
Ravenna verrà scelta come capitale dell'Impero d'occidente
da Onorio (402), al quale succederà Valentiniano III,
che regna a Ravenna sotto la tutela della madre
Galla Placidia, figlia di Teodosio.
Dopo la caduta dell'Impero, nel 476,
l'Italia cade sotto il dominio del barbaro Odoacre,
il quale sceglie ancora Ravenna come capitale,
come del resto faranno anche Teoderico e,
dopo la fine della dominazione gota, gli esarchi di Bisanzio.
Dopo l'invasione dei Longobardi si apre per
Ravenna la dominazione degli arcivescovi che
prelude a quella veneziana che si concluderà nel 1509,
quando la città viene consegnata a Giulio II.
Dopo la signoria veneta comincia per
Ravenna un travagliato cammino di decadenza
che ha inizio con la famosa battaglia di Ravenna
del 12 aprile 1512, la prima grande battaglia
dell'era moderna nella quale venne utilizzata per
la prima volta l'artiglieria mobile.
Durante la dominazione napoleonica Ravenna è
sotto la Francia e farà parte prima della Repubblica
Cispadana quindi della Cisalpina; infine tornerà di nuovo
sotto la dominazione pontificia.
Il periodo risorgimentale trova in Ravenna un terreno
fertile e in questi anni, grazie anche all'operato del poeta
George Byron, si diffonde la Carboneria. Ravenna, inoltre,
è determinante nella vicenda che consentì a Giuseppe Garibaldi
di sfuggire agli austriaci.
Costretto ad abbandonare
Roma nel luglio del 1849, Garibaldi trova rifugio nell'agosto
dello stesso anno in un capanno nascosto fra i pini,
dove raccoglierà anche l'ultimo respiro della moglie Anita.
Coi plebisciti del 1860 Ravenna non
fa più parte del governo
pontificio, ma viene annessa al Regno di Sardegna
che poi diventerà Regno d'Italia.
Dopo un periodo di crisi durante il quale la città si
dibatte in gravi problemi sia politici che economici,
Ravenna inizia la sua ascesa che passerà attraverso
la bonifica e il lavoro agricolo, ma soprattutto attraverso il mare.
E all'inizio del secolo, prima delle due guerre che avrebbero
messo a dura prova la città. Diego Valeri proprio sulle
colonne del Carlino scriveva:
"L'avvenire di Ravenna è sul mare.
Ravenna, fra dieci anni, sarà un grande porto,
fervido di traffici con l'Italia dell'altra sponda.
Possenti vapori solcheranno senza posa le verdi
acque del Candiano, rompendo la folla multicolore
dei bragozzi; lunghi urli di sirene (esteti, tappatevi gli orecchi!)
strazieranno i silenzi della sera,
estaticamente sospesa sulla foresta di Dante. E a poco a poco, accanto all'antica città dalle
torri rotonde e dalle grigie viuzze deserte,
sorgerà una città nuova, tutta rombante d'opere,
tutta fatta d'energia e di movimento.
Altissime ciminiere sventoleranno nel cielo del mattino
vaste bandiere di fumo; splenderanno nella notte
innumerevoli finestre di magazzini e d'opifici fragorosi.
Ravenna avrà così una sua nuova vita e una sua nuova gloria".
E la Ravenna di oggi è la risposta alla profezia di un poeta.
Comuni della provincia di Ravenna
Altezza sul mare: m 3,7
Frazioni di Ravenna:
San Pietro in Campiano, Santo Stefano,
Bastia (ex Pievequinta),
Roncalceci, Coccolia, Filetto,
Longana-Ghibullo,
San Pietro in Trento,
San Pancrazio-Ragone, Castiglione,
Casemurate, Mensa-Matellica,
San Zaccaria, Savio, Lido di Savio,
Fosso Ghiaia, Mezzano, Camerlona,
Sant'Antonio, Torri, Conventello-Grattacoppa,
Piangipane, Ammonite,
Fomace Zarattini, San Michele,
Santerno, Marina di Ravenna,
Porto Fuori, Lido Adriano,
Madonna dell'Albero, Classe,
Lido di Dante, Lido di Classe,
San Marco, Villanova, San Bartolo,
Sant'Alberto, Savarna, Casalborsetti-Primaro,
Marina Romea,
Mandriole, San Romualdo,
Gambellara, San Pietro in Vincoli,
Campiano, Massa Castello, Carraie,
Ducenta, Durazzano,
Porto Corsini, Punta Marina.