La Basilica di San Vitale, è una delle chiese più famose di Ravenna, meta di migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, esemplare capolavoro dell'arte paleocristiana e bizantina. Iniziato da Giuliano Argentario su ordine del vescovo Ecclesio nel 525, vivente ancora Teodorico, e consacrato nel 548 dall'arcivescovo Massimiano, quando Ravenna è ormai da sette anni sotto il dominio bizantino, questo edificio, summa dell'architettura ravennate, elabora e trasforma precedenti occidentali e orientali portando alle estreme conclusioni il discorso artistico iniziato poco dopo l'editto di Costantino del 313.
Ottagonale, con cupola inglobata e nascosta dal tiburio, si presenta all'esterno in laterizio, con la consueta semplicità disadorna.
Ogni faccia è collegata con quella attigua mediante contrafforti e, a sua volta, si suddivide in settori per mezzo di lesene e di una sottile cornice dentellata. Dalla forma geometrica del nucleo principale emergono altri corpi altrettanto rigorosamente definiti: il tiburio sopraelevato, ugualmente ottagonale, e l'abside, che, secondo l'uso locale, è poligonale all'esterno, semicircolare all'interno e affiancata da due piccoli ambienti (detti pròthesis e diacònicon).
Si accede all'interno attraverso due porte: l'una in asse, l'altra, invece, obliqua rispetto all'abside. Di conseguenza anche l'ardica (o nartece o esonartece), invece di essere tangente al lato frontale dell'ottagono, si dispone obliquamente toccando un angolo del perimetro. Viene così a mancare quel rapporto rettilineo fra ingresso e abside, che rende evidente la forma dell'edificio.
La pianta è apparentemente semplice: un deambulatorio ottagonale a due piani, che racchiude un ambiente centrale dello stesso disegno, posti fra loro in rapporto aureo.
Ma nel passaggio dall'uno all'altro si trovano delle esedre - traforate da un doppio ordine di arcatelle e racchiuse entro grandi archi sostenuti da pilastri angolari, sui quali si imposta la cupola - che producono un'espansione radiale pluridirezionale. Il complesso, già straordinariamente mosso e leggero per il ripetersi degli archi, doveva esserlo in misura maggiore quando non era ancora parzialmente interrato e le colonne poggiavano su alte basi a gradini.
Del resto tutto contribuisce ad alleggerire il peso delle masse strutturali: i pulvini che staccano l'arco, quasi sollevandolo e sospingendolo in alto, e soprattutto i capitelli, che persa la forma classica greco-romana, assumono quella di cesti, traforati come se fossero fragili trine marmoree sulle quali non gravi alcun peso.
Grande protagonista è la luce, che penetrando da diverse angolazioni determina un gioco luministico che appare imprevedibile. Questo effetto doveva moltiplicarsi all'infinito quando la basilica era ricoperta di mosaici.
La Basilica di San Vitale : In Via Fiandrini Benedetto, Ravenna.
Per informazioni telefonare 0544 215193.