All’inizio degli anni ’30 la Fondazione “Figli del Littorio”, attraverso la Direzione Generale dei “Figli degli Italiani all’Estero”, commissiona all’architetto-ingegnere romano Clemente Busiri Vici il progetto di una colonia marina in Romagna da edificarsi a nord ovest di Cattolica in una zona compresa tra il torrente Ventena ed il Fiume Conca.
Il nucleo centrale del progetto, redatto nel 1933, è rigidamente simmetrico e prevede cinque edifici ispirati alla morfologia aeronavale, ovvero al mondo delle navi, degli aerei, degli idrovolanti, delle littorine e dei sommergibili: in nove mesi viene realizzato il complesso, inaugurato il 28/6/1934 alla presenza del capo del Governo, Benito Mussolini.
La nascita di questo nuovo complesso nella Riviera romagnola ha largo eco nella stampa nazionale e internazionale del periodo con toni tra l’entusiastico e lo stupefatto. Nel contesto del dibattito culturale e architettonico di quegli anni che contrapponeva “passatisti” e “modernisti” – ovvero architetti che sostenevano i modelli tardo-ottocenteschi ed altri che invece proclamavano l’attualità di una nuova architettura adeguata ai tempi – è agevole cogliere nelle “Navi” elementi formali innovatori che le avvicinano al Futurismo italiano: in esse infatti sono evidenti una intensa carica simbolica legata al mito modernista della “macchina” e una forte suggestione emotiva e psicologica affidata anche all’utilizzo espressionista del cemento armato.
Il nucleo centrale del progetto, redatto nel 1933, è rigidamente simmetrico e prevede cinque edifici ispirati alla morfologia aeronavale, ovvero al mondo delle navi, degli aerei, degli idrovolanti, delle littorine e dei sommergibili: in nove mesi viene realizzato il complesso, inaugurato il 28/6/1934 alla presenza del capo del Governo, Benito Mussolini.
La nascita di questo nuovo complesso nella Riviera romagnola ha largo eco nella stampa nazionale e internazionale del periodo con toni tra l’entusiastico e lo stupefatto. Nel contesto del dibattito culturale e architettonico di quegli anni che contrapponeva “passatisti” e “modernisti” – ovvero architetti che sostenevano i modelli tardo-ottocenteschi ed altri che invece proclamavano l’attualità di una nuova architettura adeguata ai tempi – è agevole cogliere nelle “Navi” elementi formali innovatori che le avvicinano al Futurismo italiano: in esse infatti sono evidenti una intensa carica simbolica legata al mito modernista della “macchina” e una forte suggestione emotiva e psicologica affidata anche all’utilizzo espressionista del cemento armato.
Alla fine del 1934 viene stilato un progetto di ampliamento e modifica delle colonie sempre a firma Busiri Vici, in cui i riferimenti navali permangono, anche se più sfumati, nei due siluri a monte (che sono in pianta ed in alzato la citazione “razionalista” delle quattro navi a mare), nella ristrutturata chiesetta-bunker e nell’edificio adibito a corpo di guardia.
Tra il 1935 ed il 1943 la Colonia Marina “XXVIII Ottobre” si configura come un centro autosufficiente, dotato di una propria fattoria (tutt’ora esistente), in grado di ospitare circa duemila “marinaretti” inquadrati in maniera quasi militare. Nel 1944, durante il passaggio del Fronte, la colonia viene adibita ad ospedale militare. Nel dopoguerra la colonia riacquista la sua funzionalità, mutando nome il “Colonia Marina G. De Michelis”.
Durante gli anni del “boom” economico, la società Maraldi, di Cesena progetta una lottizzazione intensiva dell’intero complesso. Nel 1963, viene approvato il Piano Regolatore di Cattolica, che esclude tuttavia dalla pianificazione l’area occupata da “Le Navi”, inizialmente vincolata e ora “stralciata” su proposta delle autorità governative: ciò consentirà alla società Maraldi di ottenere l’approvazione del piano di lottizzazione dell’area, demolendo parte degli edifici e realizzando nell’area alberghi e appartamenti.
La superficie edificata su cui originariamente si estendeva la colonia viene quasi dimezzata. Verso la metà degli anni ’70 la funzione di colonia marina e il complesso passano all’attuale proprietario, la Regione Emilia Romagna che ne affida la gestione al Comune di Cattolica. Nella metà degli anni '80 si procede ad un primo recupero dell’intero complesso, con la nuova destinazione a “Centro Internazionale Giovani Le Navi”, polo studentesco di vacanza per giovani provenienti da tutta Europa, stringendo accordi congiunti con i Comuni di Bologna, Modena e Cattolica, la cui gestione dal 1993 al 1997 è affidata alla Cooperativa LE NAVI di Cattolica.
Nel 1993 il Comune, tramite il proprio Settore Urbanistico, predispone una serie di studi e progetti preliminari per la trasformazione del complesso in un centro multifunzionale con specifiche caratteristiche didattiche-culturali-ricreative, tramite il restauro/recupero degli edifici esistenti e richiede contestualmente alla Regione la gestione di tutto l’impianto.
Durante gli anni del “boom” economico, la società Maraldi, di Cesena progetta una lottizzazione intensiva dell’intero complesso. Nel 1963, viene approvato il Piano Regolatore di Cattolica, che esclude tuttavia dalla pianificazione l’area occupata da “Le Navi”, inizialmente vincolata e ora “stralciata” su proposta delle autorità governative: ciò consentirà alla società Maraldi di ottenere l’approvazione del piano di lottizzazione dell’area, demolendo parte degli edifici e realizzando nell’area alberghi e appartamenti.
La superficie edificata su cui originariamente si estendeva la colonia viene quasi dimezzata. Verso la metà degli anni ’70 la funzione di colonia marina e il complesso passano all’attuale proprietario, la Regione Emilia Romagna che ne affida la gestione al Comune di Cattolica. Nella metà degli anni '80 si procede ad un primo recupero dell’intero complesso, con la nuova destinazione a “Centro Internazionale Giovani Le Navi”, polo studentesco di vacanza per giovani provenienti da tutta Europa, stringendo accordi congiunti con i Comuni di Bologna, Modena e Cattolica, la cui gestione dal 1993 al 1997 è affidata alla Cooperativa LE NAVI di Cattolica.
Nel 1993 il Comune, tramite il proprio Settore Urbanistico, predispone una serie di studi e progetti preliminari per la trasformazione del complesso in un centro multifunzionale con specifiche caratteristiche didattiche-culturali-ricreative, tramite il restauro/recupero degli edifici esistenti e richiede contestualmente alla Regione la gestione di tutto l’impianto.
Da Parco del Mare ad Acquario di Cattolica
Nel 1997 il Comune ottiene dalla Regione la concessione del complesso per realizzare un Parco Tematico del Mare. Contemporaneamente il Comune si fa promotore della costituzione di una società a capitale misto, pubblico e privato, denominata Parconavi S.p.A., il cui obiettivo è quello di realizzare un Parco del Mare.
Nel 1999 iniziano i lavori per la realizzazione del parco tematico Acquario di Cattolica, che il 10 giugno 2000, dopo solo undici mesi dall’inizio del cantiere, viene inaugurato e aperto al pubblico.