Cesena

Pur non essendo considerata una «città d'arte», Cesena è ricca di edifici civili, di chiese e conventi di non trascurabile importanza; e, con essi, di istituzioni culturali di altissimo valore

Abbazia del Monte
E' un imponente complesso che può essere raggiunto comodamente in auto o anche a piedi. Sorge sul colle Spaziano dal quale la vista si allarga su parte della città, tutta la pianura fino all'Adriatico e sulle colline romagnole. Le sue origini sono antichissime, tanto che il primo nucleo, poi distrutto, viene fatto risalire alla fine del X secolo, quando era vescovo San Mauro, il primo della diocesi cesenate. Abbattuta l'originaria chiesetta, si diede luogo alla costruzione di un edificio più grande, del quale restano a tutt'oggi piccole tracce. Il complesso venne poi ceduto ai monaci benedettini che lo occupano ancora oggi. La fama del monastero si allargò a dismisura nel '300, quando nel luogo sacro fu trasferita una statua molto venerata della Madonna.

Abbazia del Monte
E la Madonna del Monte è stata da allora, per secoli, il punto di riferimento di migliaia e migliaia di credenti, non solo cesenati. Quanto alla basilica, fu praticamente trasformata fra il '500 e il '600, con la realizzazione di cappelle laterali e di una splendida cupola opera dell'architetto bolognese Francesco Morandi detto il Terribilia. La cupola dovette però essere abbassata e modificata dopo il 1768, quando la chiesa subì i colpi di un violentissimo terremoto. All'interno la basilica conserva vari dipinti, fra cui una Presentazione al Tempio di Francesco Raibolini detto Il Francia (terza cappella di destra). Fra le altre opere d'arte, di notevole pregio è il coro ligneo dietro l'altare maggiore, realizzato da Giuseppe d'Alberto di Scalua. Ma nella chiesa sono esposte anche decine e decine di tavolette votive «per grazia ricevuta», di ingenuità fresca e spontanea, portate al Monte nel corso dei secoli. Nel convento annesso alla chiesa i monaci benedettini si dedicano fra l'altro al restauro dei libri antichi e fu proprio il loro impegno a salvare dalla distruzione migliaia di volumi inviati da Firenze dopo l'alluvione del 1966.

Rocca Malatestiana.
Anch'essa, dal colle Sterlino, domina la città e la pianura controllando l'imboccatura della vallata del Savio. Le sue origini si fanno risalire al periodo bizantino, poi con i secoli venne ampliata, distrutta, ricostruita. Nel 1177 vi soggiornò anche l'imperatore Federico Barbarossa.
Rocca Malatestiana - Cesena
Incendiata dai bretoni nel 1377, fu abbandonata e i Malatesta, che presero possesso di Cesena pochi anni dopo, costruirono una nuova Rocca nelle vicinanze, al limite della città, presumibilmente su progetto dell'architetto Matteo Nuti da Fano. Il dominio papale ingrandì ulteriormente il complesso del quale fanno parte anche un imponente torrione e la Loggetta Veneziana. Intorno alla Rocca si trova lo splendido parco, ricco di una grande varietà di piante d'alto fusto, che è stato risistemato con un lavoro di alcuni anni.

Biblioteca Malatestiana.
Realizzata dall'architetto fanese Matteo Nuti per volere dei frati minori e con l'apporto economico di Novello Malatesta, fu inaugurata nel 1452 e custodisce autentici tesori.

Biblioteca Malatestiana -  navate
E' costituita da una sala a tre navate delimitate da due file di colonne laterali. Nel complesso della Malatestiana è inserita anche la Biblioteca Piana (dal papa cesenate Pio VII), che comprende corali, messali, codici miniati e un'autentica curiosità: una lettera di Galileo Galilei a Cristina di Lorena che è considerata il libro più piccolo del mondo leggibile a occhio nudo. La Malatestiana comprende inoltre un lapidario

Biblioteca Malatestiana Cesena
la biblioteca comunale e il museo storico dell'antichità (visitabile a richiesta), che custodisce reperti, soprattutto di epoca romana, trovati nel Cesenate.

Palazzo Comunale. Iniziato nel '300 è composto da parti in diverso stile fra cui la Loggetta Veneziana e un possente torrione risalente al '400.

Palazzo del Ridotto (o del Capitano). Situato sul percorso dalla Malatestiana al Comune, è un edificio di origine quattrocentesca ma ristrutturato nel '700 ed è utilizzato per incontri pubblici e mostre. Sulla facciata un'imponente statua bronzea di papa Pio VI.

Fontana Masini. E' in piazza del Popolo, davanti al comune. Realizzato nel '500, è il più bel monumento di Cesena, in uno stile che segna il trapasso del tardo rinascimento verso il barocco.

Basilica Cattedrale. La costruzione originaria risale alla fine del '300-inizi '400, sotto la direzione dell'architetto Undervaldo. Di stile romanico-gotico, ha subito con i secoli l'affronto di sconsiderate manomissioni,

Duomo di Cesena
in buona parte eliminate con il restauro del 1957-60. Divisa in tre navate, presenta sulla destra lo splendido Altare di San Giovanni, opera rinascimentale di Gian Battista Bregno.

Chiesa di S. Agostino. E' un imponente edificio nel cuore del centro storico; nella forma attuale risale al '700 su progetto del bolognese G. Antonio Landi, pare su suggerimenti di Luigi Vanvitelli.

Teatro Bonci. Inaugurato nel 1846, presenta una facciata in stile neoclassico s ormontata da un grande timpano triangolare. L'interno è quello tipico dei teatri ottocenteschi, con quattro ordini di palchi più il loggione. Il teatro è dedicato al tenore cesenate Alessandro Bonci.

Pinacoteche
In via Aldini, nel complesso del San Biagio, si trova la Pinacoteca comunale,
Pinacoteca comunale di Cesena
divisa nelle sezioni antica e moderna. Nella sede centrale della Cassa di Risparmio in corso Garibaldi è visitabile la collezione dell'istituto di credito, comprendente soprattutto quadri del '500 e '600 emiliano-romagnolo.


La storia di Cesena

Le prime notizie riguardanti Cesena risalgono all'epoca romana ma sicuramente la zona era abitata fin da tempi molto più antichi. Scavi archeologia e ritrovamenti occasionali hanno infatti permesso di accertare l'esistenza di insediamenti che risalgono all'età del bronzo. Si dà per certo un successivo passaggio degli Umbri e per probabile quello degli Etruschi. Infatti, tra le ultime ipotesi sull'origine del nome Cesena si fa quella di una derivazione latinizzata dall'etrusco Caizna; per altri studiosi il toponimo verrebbe dal verbo latino caedo (tagliare), in quanto il nucleo originario della città era tagliato dal torrente Cesuola, ora in gran parte coperto.

Ma, come detto, le prime notizie certe risalgono all'epoca romana e romana è anche la pianta originale della città, formata da un quadrato quasi regolare. Cesena segue le sorti della repubblica prima e dell'impero poi; quando questo cade, si dà a Odoacre e viene messa sotto assedio da Teodorico al quale deve arrendersi dopo una strenua resistenza. Per lunghi secoli, nell'Alto e nel Basso Medioevo, la città gode solo di pochi momenti di pace, coinvolta com'è prima nella lotta fra l'esarcato bizantino e i longobardi e dilaniata poi da lotte intestine e con i comuni vicini. E' intorno al XIII secolo che viene ampliata la Rocca.

Nel XIV secolo la città resta per un certo periodo in mano alla famiglia forlivese degli Ordelaffi ma questo provoca l'intervento delle truppe chiamate dal papa. Il 21 giugno 1357, dopo un lungo assedio, Cesena cade. Ma le sofferenze di quei giorni non sono nulla al confronto di quanto accadrà vent'anni più tardi in conseguenza di una rissa fra mercanti e soldati bretoni al soldo del cardinale Roberto da Ginevra. Questi ultimi si danno a uno sconvolgente massacro, uccidendo migliaia di cittadini, tanto da dimezzare la popolazione che sei anni prima era composta da 8.500 persone. Il fatto più luttuoso nella lunghissima storia della città. Ma i tempi più cupi stanno per finire.

Il papa Urbano VI concede la città distrutta a Galeotto Malatesta che, con i suoi successori, la ingrandisce e l'abbellisce; il culmine di questa fioritura si ha con la creazione della Biblioteca Malatestiana, voluta da Novelgo Malatesta. Siamo nel '400 e dopo una breve parentesi sotto Cesare Borgia (il Valentino) la città torna sotto lo Stato Pontificio; è una lunghissima dominazione, che si protrae in pratica fino all'Unità d'Italia. In questi secoli la città si arricchisce di nuovi palazzi e soprattutto di nuove chiese; alcune di queste ultime e qualche convento fanno però le spese della dominazione napoleonica che sopprime la maggior parte degli edifici di culto. Ma la presenza dei francesi è un lampo; per qualche decennio ancora Cesena vivrà dapprima sotto gli austriaci e poi di nuovo sotto lo Stato Pontificio.

Sono evidenti le contraddizioni di quegli anni; da una parte il serpeggiare di idee rivoluzionarie e carbonare, dall'altra la nascita di nuovi edifici di culto ma anche di quel teatro Bonci (inaugurato nel 1846) che diventerà un'autentica istituzione cittadina. Nel 1860 Cesena, come tutta la Romagna, entra a far parte del Regno d'Italia e per la città è una vera svolta sia politica sia sociale. A cavallo del secolo XX prendono forza i movimenti socialisti, dei cattolici che ora verrebbero definiti progressisti e, soprattutto, repubblicani. Con il nuovo secolo Cesena vede una nuova espansione, pur restando la sua economia legata soprattutto all'attività agricola alla quale fanno da contorno industrie di trasformazione e uno zuccherificio. Poi di nuovo anni drammatici prima di arrivare ai nostri giorni: l'invio di tanti giovani sul fronte della Grande Guerra, il ventennio fascista e, con la seconda guerra mondiale, l'occupazione tedesca. La città viene liberata nell'ottobre del 1944 e da allora comincia la sua vera vita democratica.

Posizione geografica di Cesena in Romagna

Altezza sul mare: m 44
Distanza da Forlì: km 20
Frazioni di Cesena: Ponte Pietra, Bulgarnò, Bulgaria, Capannaguzzo, Villa Casone, Macerone, Case Castagnoli, Case Missirob, Calisese, S. Egidio, Villa Chiaviche, Villa Calabra, Calabrina, Pioppa, San Giorgio, Martorano, Ronta, S. Martino in Fiume, Pievesestina, S. Andrea in Bagnolo, Diegaro, San Vittore, San Carlo, Borello, Luzzena

Posizione geografica di Cesena in Romagna