Parlare esclusivamente del territorio Romagnolo potrebbe sembrare limitativo nello studio di una razza, ma ciò non risulta vero valutando la Mora romagnola, perché proprio dal territorio e dal suo legame con esso trae la sua tipicità e di conseguenza la sua numerosità.
Come descritto in precedenza, la razza ha avuto un’importanza notevole in passato passando per un periodo di forte declino dal dopo guerra fino agli anni ’90 (18 capi in un unico allevamento di proprietà di Mario Lazzari), quando si riscoprì il valore di una razza autoctona e l’importanza della biodiversità.
Proprio in questi anni fondamentale fu il lavoro dell’A.P.A. di Ravenna nelle vesti del dottor Casadei, allora direttore, che si impegnò nell’istituire il registro anagrafico in modo da preservare la razza in purezza e dare una continuità nel riconoscimento della stessa.
Nel corso degli ultimi anni la razza ha ripreso vigore e importanza arrivando, oggi, a contare ben 42 allevamenti con 1450 capi al 98% iscritti al registro anagrafico dell’A.N.A.S. .
35 allevamenti e rispettivamente 1050 soggetti sono allevati nelle province di Ravenna, Bologna, Rimini e Forli - Cesena.
Da questi pochi ma significativi dati è facile capire quanto questo animale sia rappresentato maggiormente in Romagna rispetto alle zone limitrofe e di conseguenza come questo territorio possa essere un ottimo riferimento per tutte le valutazioni .
Fondamentale inoltre è stato il lavoro svolto dal CO.P.A.F. e in particolare dal consorzio di valorizzazione della razza suina “Mora Romagnola” che hanno monitorato, controllato e gestito il moltiplicarsi e il diffondersi degli allevamenti e dei soggetti iscritti soprattutto nelle colline della Romagna.
Tutti i diritti riservati - Vietata la riproduzione anche parziale