Come detto in precedenza, negli ultimi anni le teorie ed anche gli interventi normativi riguardanti il benessere animale promuovono in Europa tecniche di allevamento riconducibili a tipologie simili al semibrado o comunque con momenti della vita in spazi aperti .
Questo tipo di conduzione nel nord dell’Europa è già ampiamente diffuso sia per le razze autoctone dei vari paesi sia per i cosiddetti “animali da ingrasso che vengono allevati secondo la teoria del free-range outdoor.
Con questo termine non si da una vera e propria regolamentazione sul numero di animali per unità di superficie o sulla concentrazione ma, come dice la parola stessa (spazio libero all’esterno), si vuole evitare di togliere il ricordo ancestrale che agli animali hanno di contatto con la natura. Tutto ciò prende più importanza quando, come nel caso della Mora romagnola , dal territorio stesso trae la sua tipicità . Inoltre è da mettere in evidenza come questo metodo di allevamento comporti un investimento minimo nella realizzazione delle strutture utilizzando materiali di scarto per la costruzione dei ricoveri e come si possa trarre un reddito da zone marginali che altrimenti comporterebbero solo uno spreco di tempo e manodopera per la loro gestione senza ricavarne alcun vantaggio.
Il semi-brado, al contrario, arricchisce il terreno sul quale viene effettuato, grazie al rilascio delle deiezioni nell’ambiente e il continuo grufolamento degli animali che aerano il suolo. In questo contesto la Mora romagnola riveste sicuramente una opportunità di integrazione al reddito per tutti coloro che abbiano all’interno della propria azienda una superficie con scarsa redditività o di difficile gestione.
Indice - Mora romagnola
Con questo termine non si da una vera e propria regolamentazione sul numero di animali per unità di superficie o sulla concentrazione ma, come dice la parola stessa (spazio libero all’esterno), si vuole evitare di togliere il ricordo ancestrale che agli animali hanno di contatto con la natura. Tutto ciò prende più importanza quando, come nel caso della Mora romagnola , dal territorio stesso trae la sua tipicità . Inoltre è da mettere in evidenza come questo metodo di allevamento comporti un investimento minimo nella realizzazione delle strutture utilizzando materiali di scarto per la costruzione dei ricoveri e come si possa trarre un reddito da zone marginali che altrimenti comporterebbero solo uno spreco di tempo e manodopera per la loro gestione senza ricavarne alcun vantaggio.
Il semi-brado, al contrario, arricchisce il terreno sul quale viene effettuato, grazie al rilascio delle deiezioni nell’ambiente e il continuo grufolamento degli animali che aerano il suolo. In questo contesto la Mora romagnola riveste sicuramente una opportunità di integrazione al reddito per tutti coloro che abbiano all’interno della propria azienda una superficie con scarsa redditività o di difficile gestione.
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