Per quanto riguarda l’argomento della alimentazione, solo ultimamente, con la richiesta da parte del CO.P.A.F. (Consorzio di valorizzazione dei prodotti tipici e dell’artigianato dell’appennino Faentino e Forlivese) di riconoscimento della D.O.P. e il conseguente disciplinare di produzione, unito all’interessamento di slow food che ha dato a Brisighella il presidio per la Mora Romagnola, si è riusciti a dare delle direttive ben precise sugli alimenti ammessi.
Infatti studiando i maiali, animali onnivori, con apparato digerente e intestinale adatto a trarre e assimilare sostanze nutritive da qualsiasi alimento, si può capire come, fino a poco tempo fa, questo argomento fosse lasciato all’interpretazione e alla capacità di ogni allevatore di recuperare qualsiasi forma di materia prima. Soprattutto prendendo in considerazione animali così rustici e frugali che riescono a procurarsi da soli una gran parte della razione alimentare non si è mai focalizzata l’attenzione sull’adempimento delle richieste nutritive.
Bisogna comunque sottolineare che, come tutte le razze suine, anche per la mora, è necessario fornire un apporto calorico-nutrizionale adatto al corretto sviluppo di tutti i suoi tessuti e organi. Valutando le varie fasi fisiologiche si può constatare che, una volta che il lattonzolo ha superato i primi giorni di allattamento vero e proprio, la madre stessa, se possibile, cerca di portare la nidiata al di fuori del box dove è avvenuto il parto, mettendo subito a contatto i propri piccoli col mondo esterno e, attraverso il grufolamento, con tutte le sostanze presenti nel terreno. Ad ogni modo, una volta svezzati, ai suinetti è bene dare una razione alimentare costituita prevalentemente dai componenti presenti anche nel pasto delle scrofe in modo tale che l’animale non subisca uno stress e riconosca più facilmente la sostanza somministrata come alimento.
Questo “piatto”,ovviamente, non sarà perfettamente uguale a quello materno perché le richieste fisiologiche del suinetto in questa fase richiedono un tenore energetico e proteico specifico in modo tale da far sviluppare in maniera ottimale e armonica tutto l’organismo e in particolar modo l’apparato scheletrico . Infatti lo sviluppo non è costante e permanente in tutte le fasi di vita dell’organismo. Si hanno delle “ondate” di accrescimento tipiche di ogni stadio in cui si trova l’animale e, in particolare, si ha una prima fase (allattamento) con un accentuato accrescimento dell’apparato nervoso, seguito, poi, da quello scheletrico, muscolare e adiposo.
E’ quindi opportuno somministrare una razione che possieda almeno 3000-3100 kcal di energia metabolizzabile per kg di mangime in modo tale che il suinetto riesca a costruirsi “un buon telaio” sul quale poi sviluppare una robusta massa muscolare. Tale massa, attraverso quella che scientificamente viene definita fase ipertrofica e iperplasica, porta all’aumento del numero e delle dimensioni delle cellule corporee. Una volta superati i primi problemi di adattabilità all’ambiente nuovo in cui viene posto, di gerarchia all’interno del gruppo formatosi e di completamento del corredo enzimatico per la digestione, il suino possiede le condizioni fisiologiche ottimali per incrementare il proprio peso corporeo . Da mettere in evidenza è la caratteristica tipica della Mora (adipogenesi) che oltre i 160 kg accumula prevalentemente grasso sia sotto-cutaneo che periviscerale.
Questa predisposizione genetica viene in parte contenuta sia dal tipo di allevamento (semi-brado) sia, soprattutto da una adeguata restrizione alimentare . Si evidenzia inoltre che l’alimentazione nel sotto bosco porta a contatto gli animali con cibi molto particolari come le castagne e le ghiande , i quali sono costituiti da tipi di acidi grassi, nel primo caso, saturi mentre nel secondo, insaturi, i quali prenderanno un’importanza rilevante nelle successive lavorazioni . La tradizione, però, vuole che l’ultima fase di ingrasso (finissaggio) avvenga in box all’interno della porcilaia con la conseguente riduzione dell’attività motoria e l’esubero di calorie a disposizione che portano, quindi, ad un naturale deposito in forma lipidica.
I fabbisogni sono riassunti nella tabella 5 :
Da tenere in considerazione è anche l’alimentazione degli animali adulti, adibiti alla riproduzione, con la differenziazione tra verri e scrofe. Mentre per i primi è sufficiente preparare una razione alimentare atta a soddisfare le sole richieste di mantenimento (105 kcal per kg di peso metabolico ), magari con accorgimenti in relazione al numero di scrofe che il verro deve coprire durante l’anno e alla stagione, per le scrofe bisognerà valutare bene le esigenze nutritive delle varie fasi fisiologiche della gravidanza e dell’allattamento in termini di energia, aminoacidi, minerali e vitamine.
I fattori che entrano in gioco sono molteplici e tutti concorrono la buona riuscita del concepimento. Bisogna, quindi, fornire, oltre all’energia per il sostentamento, anche altre calorie per il deposito dei tessuti materni, nella fase di gestazione, e per l’allattamento. E’, comunque, consigliabile, tenere un livello nutrizionale più basso nei primi dieci giorni dopo il concepimento per poi aumentarlo e mantenerlo costante durante la gravidanza in modo tale da favorire l’attecchimento e la sopravvivenza embrionale. Segue, poi, il periodo della lattazione: momento di grande sforzo catabolico da parte della scrofa che deve produrre, immediatamente dopo il parto, il colostro, poi il latte per il sostentamento della nidiata come riportato in tabella 6 :
Per le scrofe questo processo è molto dispendioso, anche rispetto ad altre specie, come si può notare dalla tabella 7 che riporta la composizione del latte di scrofa e di vacca.
L’attenzione deve porsi sul contenuto di grasso del latte suino che comporta un importante dispendio di risorse che, se non somministrate con la razione, portano ad un forte dimagrimento della scrofa e ad un non ottimale sviluppo della nidiata .
In generale si può asserire che per la produzione di un litro di latte sono necessarie 1850 kcal di energia digeribile , moltiplicando questo valore per i kg di latte si ottiene il fabbisogno di produzione che, nel caso di 10 kh sarà 18.500.
Infatti studiando i maiali, animali onnivori, con apparato digerente e intestinale adatto a trarre e assimilare sostanze nutritive da qualsiasi alimento, si può capire come, fino a poco tempo fa, questo argomento fosse lasciato all’interpretazione e alla capacità di ogni allevatore di recuperare qualsiasi forma di materia prima. Soprattutto prendendo in considerazione animali così rustici e frugali che riescono a procurarsi da soli una gran parte della razione alimentare non si è mai focalizzata l’attenzione sull’adempimento delle richieste nutritive.
Bisogna comunque sottolineare che, come tutte le razze suine, anche per la mora, è necessario fornire un apporto calorico-nutrizionale adatto al corretto sviluppo di tutti i suoi tessuti e organi. Valutando le varie fasi fisiologiche si può constatare che, una volta che il lattonzolo ha superato i primi giorni di allattamento vero e proprio, la madre stessa, se possibile, cerca di portare la nidiata al di fuori del box dove è avvenuto il parto, mettendo subito a contatto i propri piccoli col mondo esterno e, attraverso il grufolamento, con tutte le sostanze presenti nel terreno. Ad ogni modo, una volta svezzati, ai suinetti è bene dare una razione alimentare costituita prevalentemente dai componenti presenti anche nel pasto delle scrofe in modo tale che l’animale non subisca uno stress e riconosca più facilmente la sostanza somministrata come alimento.
Questo “piatto”,ovviamente, non sarà perfettamente uguale a quello materno perché le richieste fisiologiche del suinetto in questa fase richiedono un tenore energetico e proteico specifico in modo tale da far sviluppare in maniera ottimale e armonica tutto l’organismo e in particolar modo l’apparato scheletrico . Infatti lo sviluppo non è costante e permanente in tutte le fasi di vita dell’organismo. Si hanno delle “ondate” di accrescimento tipiche di ogni stadio in cui si trova l’animale e, in particolare, si ha una prima fase (allattamento) con un accentuato accrescimento dell’apparato nervoso, seguito, poi, da quello scheletrico, muscolare e adiposo.
E’ quindi opportuno somministrare una razione che possieda almeno 3000-3100 kcal di energia metabolizzabile per kg di mangime in modo tale che il suinetto riesca a costruirsi “un buon telaio” sul quale poi sviluppare una robusta massa muscolare. Tale massa, attraverso quella che scientificamente viene definita fase ipertrofica e iperplasica, porta all’aumento del numero e delle dimensioni delle cellule corporee. Una volta superati i primi problemi di adattabilità all’ambiente nuovo in cui viene posto, di gerarchia all’interno del gruppo formatosi e di completamento del corredo enzimatico per la digestione, il suino possiede le condizioni fisiologiche ottimali per incrementare il proprio peso corporeo . Da mettere in evidenza è la caratteristica tipica della Mora (adipogenesi) che oltre i 160 kg accumula prevalentemente grasso sia sotto-cutaneo che periviscerale.
Questa predisposizione genetica viene in parte contenuta sia dal tipo di allevamento (semi-brado) sia, soprattutto da una adeguata restrizione alimentare . Si evidenzia inoltre che l’alimentazione nel sotto bosco porta a contatto gli animali con cibi molto particolari come le castagne e le ghiande , i quali sono costituiti da tipi di acidi grassi, nel primo caso, saturi mentre nel secondo, insaturi, i quali prenderanno un’importanza rilevante nelle successive lavorazioni . La tradizione, però, vuole che l’ultima fase di ingrasso (finissaggio) avvenga in box all’interno della porcilaia con la conseguente riduzione dell’attività motoria e l’esubero di calorie a disposizione che portano, quindi, ad un naturale deposito in forma lipidica.
I fabbisogni sono riassunti nella tabella 5 :
Tab. 5 Richieste energetiche per le varie fasi di ingrasso
Peso
|
30-90
|
91-160
|
Energia
(kcalEM/kg di alimento)
|
3100
|
3000
|
Grassi
|
3,5
|
3
|
Proteine g.
|
15
|
14
|
Lisina
|
0,85
|
0,75
|
Metionina +Cistina
|
0,45
|
0,4
|
Fibra gr.
|
4
|
4,5
|
Calcio t.
|
0,9
|
0,8
|
Fosforo t.
|
Da tenere in considerazione è anche l’alimentazione degli animali adulti, adibiti alla riproduzione, con la differenziazione tra verri e scrofe. Mentre per i primi è sufficiente preparare una razione alimentare atta a soddisfare le sole richieste di mantenimento (105 kcal per kg di peso metabolico ), magari con accorgimenti in relazione al numero di scrofe che il verro deve coprire durante l’anno e alla stagione, per le scrofe bisognerà valutare bene le esigenze nutritive delle varie fasi fisiologiche della gravidanza e dell’allattamento in termini di energia, aminoacidi, minerali e vitamine.
I fattori che entrano in gioco sono molteplici e tutti concorrono la buona riuscita del concepimento. Bisogna, quindi, fornire, oltre all’energia per il sostentamento, anche altre calorie per il deposito dei tessuti materni, nella fase di gestazione, e per l’allattamento. E’, comunque, consigliabile, tenere un livello nutrizionale più basso nei primi dieci giorni dopo il concepimento per poi aumentarlo e mantenerlo costante durante la gravidanza in modo tale da favorire l’attecchimento e la sopravvivenza embrionale. Segue, poi, il periodo della lattazione: momento di grande sforzo catabolico da parte della scrofa che deve produrre, immediatamente dopo il parto, il colostro, poi il latte per il sostentamento della nidiata come riportato in tabella 6 :
Tab. 6 Alimenti normalmente utilizzati nella formulazione dei mangimi per scrofe
Alimenti energetici(%)
|
Gestazione
|
Allattamento
|
Mais farina
|
20-30
|
30-40
|
Orzo farina
|
20-30
|
20-30
|
Alimenti proteici (%)
| ||
Soia Farina di estrazione
|
7-15
|
10-15
|
Soia Farina integrale tostata
|
0-5
|
5-10
|
Pisello zootecnico
|
0-5
|
0-5
|
Altri (%)
| ||
Crusca e cruschelli
|
17-25
|
15-20
|
Erba medica disidratata
|
3-5
|
3-5
|
Polpa di bietole
|
0-3
|
0-2
|
Integratori minerali e vitaminici (%)
| ||
Carbonato di calcio
|
1,8-2
|
1,9-2
|
Fosfato monocalcico
|
0,3-0,4
|
0,3-0,4
|
Cloruro di sodio
|
0,4
|
0,4
|
Integrtore polivitaminico minerale
|
0,4
|
0,4
|
Lieviti
|
0,5
|
0,5-0,6
|
Per le scrofe questo processo è molto dispendioso, anche rispetto ad altre specie, come si può notare dalla tabella 7 che riporta la composizione del latte di scrofa e di vacca.
Tab. 7 Confronto tra le percentuali dei componenti del latte di scrofa e di vacca
Componenti
|
Scrofa
|
Vacca
| |
S.S.
|
%
|
18,4
|
12
|
Proteina
|
%
|
5,8
|
3,2
|
Grasso
|
%
|
6,2
|
3,5
|
Lattosio
|
%
|
5,4
|
4,6
|
Ceneri
|
%
|
1
|
0,9
|
Calcio
|
%
|
0,22
|
0,13
|
Fosforo
|
%
|
0,16
|
0,09
|
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