Vincenzo Muccioli nasce a Rimini il 6 gennaio 1934 da un’agiata famiglia. Primo di due figli, dopo gli studi, comincia a lavorare con il padre che gestisce un’agenzia di assicurazioni. Sin da ragazzo, Vincenzo Muccioli coltiva la passione per gli animali e per l’agricoltura.
La vita di Vincezo Muccioli
Nel 1962 sposa la coetanea Maria Antonietta Cappelli, con la quale ha avuto due figli, Andrea e Giacomo. Entrambi vivono e lavorano alla comunità di San Patrignano. Il maggiore, Andrea, laureato in giurisprudenza, è attualmente responsabile della comunità, mentre il fratello Giacomo, veterinario, è presidente del Comitato Organizzativo del concorso ippico internazionale CSI-A “Challenge Vincenzo Muccioli” e dell’edizione 2005 del Campionato Europeo di salto ostacoli e si occupa dei progetti di comunicazione e di raccolta fondi della comunità.
Dopo il matrimonio, Vincenzo compra dei terreni più vicini a Rimini di quelli di famiglia per potersi dedicare più a fondo all’allevamento di pregiate razze canine e all’agricoltura. Questi terreni sono a San Patrignano, luogo destinato a diventare negli anni successivi sede della comunità terapeutica più grande d’Europa. Nella prima metà degli anni ’70, dopo essersi interessato insieme ad alcuni amici al problema dell’assistenza ai malati e alla medicina naturale, si avvicina direttamente alle problematiche del disagio e dell’emarginazione. Nell’Italia degli anni ’70 questo voleva dire soprattutto tossicodipendenza, un problema di fronte al quale non esistevano all’epoca risposte concrete ed efficaci.
Nel novembre del 1978 nella casa di campagna di Muccioli entra quella che sarà la prima ospite della comunità, una giovane tossicodipendente trentina, figlia di amici di famiglia. Nel giro di poco tempo vengono accolti molti ragazzi che chiedono aiuto.
Il 31 ottobre dello stesso anno, quando il numero degli ospiti è arrivato ormai a trenta, viene costituita la cooperativa di San Patrignano che ha come suo obiettivo principale fornire “assistenza gratuita ai tossicodipendenti ed agli emarginati”. Nel 1985 Vincenzo Muccioli ed i familiari rinunciano alle loro proprietà ed ai diritti ereditari, donandoli alla Fondazione San Patrignano costituita quell’anno. Da quel giorno, la comunità, per espressa scelta di Vincenzo Muccioli, appartiene a tutti coloro che lì operano e vivono o che ad essa si rivolgono in cerca di sostegno e di aiuto.
Dopo il matrimonio, Vincenzo compra dei terreni più vicini a Rimini di quelli di famiglia per potersi dedicare più a fondo all’allevamento di pregiate razze canine e all’agricoltura. Questi terreni sono a San Patrignano, luogo destinato a diventare negli anni successivi sede della comunità terapeutica più grande d’Europa. Nella prima metà degli anni ’70, dopo essersi interessato insieme ad alcuni amici al problema dell’assistenza ai malati e alla medicina naturale, si avvicina direttamente alle problematiche del disagio e dell’emarginazione. Nell’Italia degli anni ’70 questo voleva dire soprattutto tossicodipendenza, un problema di fronte al quale non esistevano all’epoca risposte concrete ed efficaci.
Nel novembre del 1978 nella casa di campagna di Muccioli entra quella che sarà la prima ospite della comunità, una giovane tossicodipendente trentina, figlia di amici di famiglia. Nel giro di poco tempo vengono accolti molti ragazzi che chiedono aiuto.
Il 31 ottobre dello stesso anno, quando il numero degli ospiti è arrivato ormai a trenta, viene costituita la cooperativa di San Patrignano che ha come suo obiettivo principale fornire “assistenza gratuita ai tossicodipendenti ed agli emarginati”. Nel 1985 Vincenzo Muccioli ed i familiari rinunciano alle loro proprietà ed ai diritti ereditari, donandoli alla Fondazione San Patrignano costituita quell’anno. Da quel giorno, la comunità, per espressa scelta di Vincenzo Muccioli, appartiene a tutti coloro che lì operano e vivono o che ad essa si rivolgono in cerca di sostegno e di aiuto.
La Comunità di San Patrignano
L’operato di Vincenzo Muccioli fondatore della comunità riminese è sempre stato ispirato ai principi e valori che facevano parte della sua formazione culturale ed umana, come il rispetto per la vita e la dignità dell’uomo.
Non a caso il modello di riferimento attorno a cui è cresciuta e si è sviluppata San Patrignano è stato quello della famiglia, di un luogo cioè dove la qualità del rapporto e delle relazioni fra le persone riproducesse la profondità e l’intensità di un vero nucleo familiare.
La metodologia di San Patrignano, la sua visione ed il suo approccio al dramma della tossicodipendenza sono diventati riferimenti importanti per molti paesi stranieri. Rainbow – International Association against Drugs nasce nel 1995, su iniziativa della Comunità di San Patrignano, insieme con altre sette comunità d’Europa e del Nord America, proprio sulla base dei rapporti internazionali che in quegli ultimi anni Vincenzo Muccioli aveva sviluppato.
Rainbow è un’organizzazione no-profit costituita oggi da 200 associazioni e strutture di recupero di tutto il mondo che si battono per una cultura della vita contro ogni forma di legalizzazione delle droghe. Dal 1997 la comunità è riconosciuta e accreditata presso le Nazioni Unite quale Organizzazione non Governativa (NGO) con lo Status di “Consulente speciale presso il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU”.
Mentre dal 1990 la Fondazione San Patrignano è riconosciuta come Ente Morale dallo Stato italiano. In quasi trent’anni di attività, la Comunità di San Patrignano ha garantito a 20 mila giovani un completo e gratuito servizio riabilitativo, del quale fanno parte assistenza legale, sanitaria, il mantenimento all’interno della struttura, la formazione professionale e la possibilità di riprendere e terminare ogni ordine di studio, dalla licenza media inferiore ai corsi di laurea. Studi scientifici sulla valutazione dell’efficacia del trattamento offerto dalla comunità ai suoi ospiti, condotti da équipe dell’Università di Bologna, Pavia e Urbino hanno individuato in un’alta percentuale, oltre il 70%, gli esiti positivi dei percorsi di recupero, anche con l’ausilio di analisi tossicologiche.
In questi ultimi anni, molti comuni, tra i quali Milano, Osimo (AN), Verona, Zevio (VR), S.Severo (FG), Pescara, San Remo, Rocca San Casciano (FC), Bologna, hanno dedicato a Vincenzo Muccioli una piazza o una via delle loro città, per ricordarne il ruolo di educatore svolto nei confronti di migliaia di giovani.
Non a caso il modello di riferimento attorno a cui è cresciuta e si è sviluppata San Patrignano è stato quello della famiglia, di un luogo cioè dove la qualità del rapporto e delle relazioni fra le persone riproducesse la profondità e l’intensità di un vero nucleo familiare.
La metodologia di San Patrignano, la sua visione ed il suo approccio al dramma della tossicodipendenza sono diventati riferimenti importanti per molti paesi stranieri. Rainbow – International Association against Drugs nasce nel 1995, su iniziativa della Comunità di San Patrignano, insieme con altre sette comunità d’Europa e del Nord America, proprio sulla base dei rapporti internazionali che in quegli ultimi anni Vincenzo Muccioli aveva sviluppato.
Rainbow è un’organizzazione no-profit costituita oggi da 200 associazioni e strutture di recupero di tutto il mondo che si battono per una cultura della vita contro ogni forma di legalizzazione delle droghe. Dal 1997 la comunità è riconosciuta e accreditata presso le Nazioni Unite quale Organizzazione non Governativa (NGO) con lo Status di “Consulente speciale presso il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU”.
Mentre dal 1990 la Fondazione San Patrignano è riconosciuta come Ente Morale dallo Stato italiano. In quasi trent’anni di attività, la Comunità di San Patrignano ha garantito a 20 mila giovani un completo e gratuito servizio riabilitativo, del quale fanno parte assistenza legale, sanitaria, il mantenimento all’interno della struttura, la formazione professionale e la possibilità di riprendere e terminare ogni ordine di studio, dalla licenza media inferiore ai corsi di laurea. Studi scientifici sulla valutazione dell’efficacia del trattamento offerto dalla comunità ai suoi ospiti, condotti da équipe dell’Università di Bologna, Pavia e Urbino hanno individuato in un’alta percentuale, oltre il 70%, gli esiti positivi dei percorsi di recupero, anche con l’ausilio di analisi tossicologiche.
In questi ultimi anni, molti comuni, tra i quali Milano, Osimo (AN), Verona, Zevio (VR), S.Severo (FG), Pescara, San Remo, Rocca San Casciano (FC), Bologna, hanno dedicato a Vincenzo Muccioli una piazza o una via delle loro città, per ricordarne il ruolo di educatore svolto nei confronti di migliaia di giovani.
Fonte dei contenuti:
Sito ufficiale Sanpatrignano.org e Wikipedia.org