La poesia dialettale di Raffaello Baldini...
Scrivo in dialetto, aveva dichiarato una volta Baldini, perché è il modo più intimo di esprimermi, perché ci sono cose che succedono in dialetto.
Raffaello Baldini
Scrittore e Poeta in dialetto romagnolo
Raffaello Baldini è nato a Santarcangelo di Romagna il 24 novembre 1924
Nonostante scrivesse in dialetto, Baldini era considerato uno dei più grandi poeti italiani.
Con altri intellettuali santarcangiolesi nell’immediato dopoguerra diede vita al cosiddetto "Circolo del Giudizio" (oltre a Raffaello Baldini, Tonino Guerra, Gianni Fucci, Flavio Nicolini,
Nino Pedretti). La poesia dialettale di Baldini ("scrivo in dialetto - aveva dichiarato una
volta - perché è il modo più intimo di esprimermi, perché ci sono cose che succedono
in dialetto") aveva riscosso innumerevoli successi: le sue raccolte come "La nàiva", "Furistir" e "Ad nòta" hanno ottenuto premi e riconoscimenti.
Nel 2004 aveva vinto il Premio "Dino Campana".
Negli ultimi anni ad accrescere la notorietà di Baldini aveva contribuito in particolare
l’attore Ivano Marescotti, romagnolo come il poeta, con alcune letture pubbliche di
alcune delle sue più famose poesie e con la messa in scena di tre monologhi teatrali:
"Zitti tutti"! (1993), "Carta canta" e "In fondo a destra".
Raffaello Baldini intorno alla metà degli anni Cinquanta si era trasferito a
Milano per lavorare nell’ambito del giornalismo, come redattore del settimanale "Panorama".
Nel 1967 pubblicò "Autotem", una prosa ironica e pungente che anticipava il gusto
e l’originalità delle opere successive.
L’esordio poetico in dialetto romagnolo è del 1976
con la raccolta "È solitèri", cui sono seguite "La nàiva" (1985, Premio Carducci),
"Furistir" (1988, Premio Viareggio), e "Ad nòta" (1995, Premio Bagutta).
Nel 2000 è uscito il volume "La Nàiva. Furistir. Ciacri", che aggiunge alle poesie già
edite i versi più recenti dell’ultima sezione (Premio Librex-Montale).
Nel volume "Lei capisce il dialetto?", pubblicato nel 2003, sono stati raccolti una nota
dello stesso poeta, alcune interviste da lui rilasciate e una ricca raccolta di interventi
critici relativi alla sua produzione letteraria. L’ultima raccolta di versi di Raffaello Baldini
è "Intercity": porta il nome di un treno ed è la storia di un viaggio, un viaggio esistenziale
per il poeta che ora è arrivato alla fine.
Il racconto si snoda attraverso il consueto incontro del poeta con vari personaggi, che si interrogano sul mistero del tempo, sui desideri
che popolano la vecchiaia e sulla malinconia di ritrovarsi soli, anche se spesso ritorna
la necessità della solitudine, del sentirsi ´Furistèr´ (forestiero), come si intitola la
sua raccolta forse più nota.
´´Mett ch´e venga la fein de mond, admen ... metti che venga
la fine del mondo, domani / dopodomani, e moriamo tutti, metti che la terra / s´infradici,
si sbricioli / che si riduca un polverone, che si perda nell´aria, / e la luna lo stesso,
si spegne il sole, / le stelle, viene un buio / non c´è più niente, e in tutto quel buio il tempo
/ andrà ancora avanti? da solo? / e dove andrà? ...
l´ andarà ancoura aventi? da par leu?
/ e do´ ch´ l´ andrà?´´.
Baldini, insomma, è stato capace di raccontare con estrema evidenza storie minime, popolate di personaggi patetici, stralunati, comici, prelevati in qualche modo da quel fondo anarchico, allucinato e un po´ mattoide che è la Romagna di Federico Fellini.
Così lo ricorda Gabriele Ghiandoni, che con Baldini ha collaborato nel 1998-99 per la messa in scena, al Teatro della Fortuna di Fano, del monologo teatrale "Zitti tutti!" per la regia
di Massimo Puliani: "Raffaello, squisito lettore dei classici e grande appassionato di musica, mostrava la sua capacità affabulatoria, che diventava geniale poesia nei libri densi
della lingua parlata comune.
Riservato e sensibile, protagonista di uno spontaneo understatement, non parlava mai dei suoi successi, né del male che lo perseguitava
da molti anni, credo".
L´attore Ivano Marescotti spiega perché continua a portare in tournée i versi di Baldini:
L´attore Ivano Marescotti spiega perché continua a portare in tournée i versi di Baldini:
"La gente ama Baldini diventato ormai popolarissimo.
E’ esaltante vedere come tanta gente segua uno spettacolo che propone una
semplice lettura di poesie di uno tra i più grandi poeti contemporanei, abbattendo gli
steccati tradizionali tra poesia "colta" e "popolare".
E, dunque, ancora Baldini per
rimanere con quell’anziana signora di Massalombarda che, dopo aver assistito ad un
recital di poesie, commossa, disse: "bèli, bèli, am so gudùda, agl’è acsè bèli ch’al nun
pea gnénca puisèi" ("belle, belle, mi sono divertita, sono così belle che non
sembrano neanche poesie!").