Lunghezza:
40 Km
Difficoltà: bassa
Durata: 2 ore e 30
Difficoltà: bassa
Durata: 2 ore e 30
Percorsi cicloturistici "Alfonsine ama la bicicletta"
E' giunto il momento di usare
binocolo e macchina fotografica.
Giunti ad Alfonsine su quattro ruote, ci si prepara ad utilizzare
le due, voltando a destra per Anita - Longastrino.
Giunti al ponte ecco a destra l'osteria del Reno, dove inizia
il viaggio delle mirabili. Finalmente senza l'auto, si segue a destra
il fiume che nasce in Toscana. Lo sterrato serpeggia alla sua
sinistra e ogni tanto gioca con l'argine su e giù.
Intorno c'è di che incantarsi , la bassura lussureggia gorgheggiando
d'acqua. Dopo sette chilometri la strada diventa asfaltata e a destra
parte il traghetto per Sant'Alberto. Si prosegue passando quasi subito
passando quasi di fronte all'oasi di Boscoforte, paradisiaca sosta
per osservare il patrimonio della penisola.
Le meraviglie continuano con l'oasi della valle Furlana, poi l'oasi di Voltascirocco gestito dalla LIPU. Lo stradello è come un battito d'ali, finisce ancor prima di iniziare ma c'è il viaggio di ritorno. Conclusi questi primi 17 chilometri si volta a sinistra per la trattoria Primario e subito dopo c'è una fontatna che zampilla. Si ripercorre a ritroso il Reno, ora a sinistra, fino a quando l'argine non si fa asfaltato. A destra digrada trovando le indicazioni per Anita, fazzoletto di casupole alla fine di un dedalo di curve. E' l'ultima occasione per spaziare nei vallini e scambiare una occhiata con l'airone in volo.
Dopo sei chilometri ne rimangono tre per il paesino, per giungere al ponte seguendo la strada per Alfonsine. L'auto attende ma è possibile tornare su due ruote, voltando a destra subito dopo l'attraversamento del Reno e prendendo il primo stradello a sinistra. Si pedala in bello stile per guadagnare la statale Adriatica, a due passi dalla casa di Vincenzo Monti, con supplemento di chilometri che si aggiungono ai quaranta già vissuti.
Le meraviglie continuano con l'oasi della valle Furlana, poi l'oasi di Voltascirocco gestito dalla LIPU. Lo stradello è come un battito d'ali, finisce ancor prima di iniziare ma c'è il viaggio di ritorno. Conclusi questi primi 17 chilometri si volta a sinistra per la trattoria Primario e subito dopo c'è una fontatna che zampilla. Si ripercorre a ritroso il Reno, ora a sinistra, fino a quando l'argine non si fa asfaltato. A destra digrada trovando le indicazioni per Anita, fazzoletto di casupole alla fine di un dedalo di curve. E' l'ultima occasione per spaziare nei vallini e scambiare una occhiata con l'airone in volo.
Dopo sei chilometri ne rimangono tre per il paesino, per giungere al ponte seguendo la strada per Alfonsine. L'auto attende ma è possibile tornare su due ruote, voltando a destra subito dopo l'attraversamento del Reno e prendendo il primo stradello a sinistra. Si pedala in bello stile per guadagnare la statale Adriatica, a due passi dalla casa di Vincenzo Monti, con supplemento di chilometri che si aggiungono ai quaranta già vissuti.