Si trovava a Ravenna in via Salara, di fronte a palazzo Marino, già dal sec. IX ed era nota per il suo cenobio (monastero) di monache benedettine. Dedicata a Santa Maria in Coelos eo
("in coelos eo" vuol dire "vado in cielo") fu riedificata nel 1691 e demolita dopo il 1916. Viene anche denominata nei documenti antichi "Cereseo". Molto probabilmente venne fondata nel sec. IX ed ebbe un monastero femminile annesso dall'anno 896 fino al 1018, quando le monache si trasferirono in Sant'Andrea. Nel 1691 don Francesco Negri (1623 - 1698), celebre viaggiatore e parroco dal 1670, fece riedificare, su disegno di Pietro Grossi, la chiesa di Santa Maria in Coelos - eo in esecuzione del testamento del suo predecessore, parroco della chiesa medesima. Dal 1264 al 1805 fu parrocchia, poi fu concentrata in San Vitale e soppressa ufficialmente nel 1806. Fu infine venduta a privati che dopo alcuni anni la donarono all'arcivescovo Chiarissimo Falconieri che la fece restaurare.