Il Lagotto romagnolo è un cane specializzato nella ricerca del tartufo su qualsiasi tipo di terreno; unica razza canina romagnola riconosciuta con questa attitudine. Si tratta di un'antica razza da riporto in acqua, presente fin dal XVI secolo, nelle valli di Comacchio e nelle lagune ravennati e diffusasi, a partire dal XIX secolo, nelle pianure e nelle colline romagnole con la specifica funzione di cane da tartufi. Tipico cane da acqua, di mole medio-piccola, mesomorfo, quadrato; l'aspetto generale è rustico, forte e ben proporzionato, se ne intuisce la funzionalità nel lavoro. L'espressione è attenta, intelligente e vivace. Mentre lavora esibisce passione ed efficienza, sfruttando la innata attitudine alla cerca e l'eccellente olfatto.
L'istinto venatorio è stato cancellato, così non viene distratto dal selvatico. Affettuoso e legatissimo al padrone, il Lagotto è anche un eccellente cane da compagnia, molto addestrabile.
Il Lagotto Romagnolo, dal carattere sobrio come i veri campagnoli, ha le tipiche sembianze di un cane che viene dal passato e l'espressione dolce ed attenta dei cani di razza italiana.
Osservandolo si ha una sensazione di cose antiche, arcaiche, giunte fino a noi per miracolosa sorte, sfidando il tempo, la storia e le vicende umane.
Fin da tempi remotissimi i popoli italici intrattenevano scambi commerciali assai fiorenti coi popoli dell'Oriente. Tali scambi presupponevano contatti continui a tutti i livelli che consentissero alle diverse popolazioni di venire a conoscenza di usi e costumi diversissimi e che solo in questo modo potevano essere diffusi. A ciò non si sottrassero di certo neanche i cani. Questo spiega i tanti ritrovamenti effettuati (particolarmente durante scavi archeologici nell'Italia nord-orientale) che si riferiscono a diverse etnie canine, ma con particolare riguardo ad un cane da acqua piccolo e dal pelo ispido e arricciato.
Nella necropoli etrusca di Spina (vicino a Ferrara) furono ritrovate raffigurazioni di caccia e pesca ove compare sistematicamente un tipo di cane in tutto simile al nostro Lagotto romagnolo. Gli etruschi infatti, affacciatisi sull'Adriatico settentrionale tra il VI ed il V secolo a.C. , ebbero rapporti con molti popoli orientali e certamente questo contribuì a diffondere nella zona a nord dell' Adriatico i cani tipici di quelle popolazioni.
E' vero che le tendenze espansionistiche di molti popoli orientali li portarono verso occidente, fino alla penisola iberica e alle isole britanniche, ma questo avvenne in epoca molto più tarda rispetto ai primi contatti con le popolazioni italiche.
Quando i cani da acqua, attraverso il Nordafrica, giunsero in Spagna, durante le guerre di conquista dei Mori, dando origine agli antenati dell' attuale Perro de Agua Espańol, erano già diffusi da secoli in tutta la penisola italiana, con particolare riguardo alle zone umide e paludose dell'Italia Settentrionale.
E' dunque assai probabile che quel Canis acquaticus di cui parla Linneo e che definisce da tempo diffuso nel Bacino del Mediterraneo, sia il nostro Lagotto romagnolo. Il disegno che ne fa Linneo è impressionante per aderenza alla morfologia del cane riccio della Romagna.
Il Lagotto Romagnolo è oggi l'unico cane di razza pura al mondo che viene selezionato per la cerca del tartufo. La spiccata attitudine alla cerca, la grande addestrabilità e precocità, la scomparsa dell'istinto venatorio ne fanno un cane con caratteristiche ideali per questo lavoro. Va notato come la selezione operata in questi anni con il ritorno alla morfologia originale abbia ulteriormente affinato le attitudini sul lavoro.
La naturale attitudine del Lagotto romagnolo alla cerca ed il naso molto buono hanno fatto di questa razza un lavoratore efficiente nella ricerca del tartufo. L'antico istinto venatorio č stato eliminato e per questo il suo lavoro non viene distratto dalla traccia del selvatico.
Il Lagotto è sobrio, acuto. Affettuoso, molto attaccato al suo padrone e facile da addestrare. E' un ottimo cane da compagnia ed anche un eccellente cane avvisatore.
Il pelo del Lagotto romagnolo è a tessitura lanosa, un po' ruvido in superficie, forma riccioli molto spessi a forma di anello con evidente sottopelo. I ricci devono essere distribuiti in modo omogeneo su tutto il corpo, tranne che sulla testa dove sono più aperti e formano abbondanti sopracciglia, baffi e barba. Anche le guance sono coperte da pelo folto. Pelo e sottopelo sono idrorepellenti. Se non viene tagliato, il pelo tende a mancare, quindi deve essere effettuata una tosatura completa almeno una volta all'anno. Il pelo infeltrito ed il sottopelo devono essere rimossi periodicamente tramite toelettatura.