Fin dai tempi in cui frequentava il seminario, Don Francesco Fuschini ha collaborato a varie
riviste e a quotidiani dal Frontespizio all’Argine, un settimanale di Ravenna, dal Romagnolo all’Avvenire
d’Italia, dall’Osservatore della Domenica al Resto del Carlino, giornale
quest’ultimo con cui collabora pubblicando un “elzeviro” alla settimana.
Nel 1978 ha pubblicato il suo primo libro: Non vendo il Papa (Boni Bologna);
nell’80 L’ultimo anarchico (Il Girasole, Ravenna), con il quale ha ottenuto il
primo buon successo di critica e di pubblico poi Parole Poverette (Rusconi,
Milano,1981), Porto Franco (Libreria Editrice Vaticana, 1983), Concertino
romagnolo (Il Girasole, 1986), infine, lo scorso anno, Mea Culpa (Rusconi).
La memoria, il vissuto sono per lui i fatti più veri, comunicabili. “I ricordi
– ha scritto in Parole poverette – sono sugo d’uomo allo stato puro”.
Don Fuschini Sacerdote scrittore di Romagna
San Michele (Ravenna), estate – La casetta che l’Opera di Santa Teresa del
Bambin Gesù – il “Piccolo Cottolengo” di Ravenna – possiede a ridosso della San
Vitale, ospita due sacerdoti in pensione. Uno è lo scrittore Francesco
Fuschini, probabilmente il prete più conosciuto della Romagna,
se non più amato di Romagna.
E un caldo pomeriggio di sole, appena mitigato da leggere folate di garbino,
quando don Fuschini mi stringe la mano vicino allo scalone del suo studio.
Ci sediamo in giardino davanti al piccolo boschetto che nasconde il traffico,
ma non il rumore della statale.
Il prete è stanco, ma parla volentieri, illuminando di tanto in tanto gli occhi
tristi: Pirro, il suo inseparabile cane, compagno di mille passeggiate nei
campi e nelle lunghe notti d’inverno, è morto da due mesi. Il prete ha accusato
la botta.
Ci ha pianto su e non lo nasconde (“è stato uno dei dolori più grandi
della mia vita... aveva 14 anni... me lo aveva lasciato mio padre”). Ne ha
scritto sul “Carlino Romagna”, dopo essere “stato senza scrivere per un po’,
perchè non ci riuscivo”.
“Il pomeriggio il mio relax era andare con Pirro per la campagna ed era un
dialogo... ora ci vado, ma non ha più lo stesso sapore... la vita del prete da
solo è una solitudine”.
Ma è dell’acqua che parliamo, delle Valli di Comacchio, della pesca, di suo
padre......
(tratto da parte dell'internivsta di Cipriani Elio)
Francesco Fuschini è nato nell’ultima casa romagnola, ubicata proprio sul
confine fra le province di Ravenna e Ferrara, a San Biagio d’Argenta nel 1914.
Parroco di Porto Fuori, a pochi chilometri da Ravenna, dal 1945 all’82,
Fuschini muore il 27/12/2006.
Dichiarazione del sindaco Fabrizio Matteucci e
dell'assessore alla Cultura, Alberto Cassani
"Questa notte don Francesco Fuschini ci ha lasciato. Aveva 92 anni e da tempo non scriveva più, privandoci del piacere della sua prosa diretta e limpida.
Giuseppe Prezzolini lo definì il più grande scrittore cattolico vivente.
Nei suoi libri e nei suoi numerosi elzeviri ha raccontato spesso di una Romagna aspra, sanguigna, di forti contrapposizioni che adesso non ci sono più.
Fra lui e i ravennati era nata un'amicizia profonda, basata sulla stima e sul rispetto reciproco.
La sua morte ci addolora profondamente.
Con don Francesco Fuschini scompare un altro di quei personaggi che hanno contribuito a fare grande la nostra cultura.
Fabrizio Matteucci
Alberto Cassani"
Fonte: Comune di Ravenna