Chiesa di San Nicolò, Ravenna.

San Nicolò, anzitutto si noterà che essa non è orientata, come quasi tutte le altre chiese di Ravenna in Romagna, verso oriente. Infatti è parallela al corso del Padenna e l’ingresso dà sulla via Rondinelli (angolo via Baccarini).
Chiesa di San Nicolò
Si ha notizia del suo fondatore il vescovo Sergio e dell’anno di dedicazione (761 o 768) come adempimento di un voto. Per non confonderla con altre chiese dedicate a San Nicolò, essa fu detta "in vineis". Tante "vigne" dentro la città possono far pensare alla macchina da guerra "la vinea taleata" appunto, oltre che alla liana che produce uva. Non dimentichiamo che a poca distanza dalla chiesa di San Nicolò è la porta San Mama, o Mamante, a sud della città di Ravenna da quella parte più debole per la quale molti secoli dopo, la città fu presa. Non è perciò da scartare l’ipotesi e supporre che nelle vicinanze di San Nicolò vi fossero depositi di armi e macchine da guerra. La chiesa attuale sorta fra il 1356 e il 1359, fu soppressa nel 1866 e divenne "la Cavallerizza" un maneggio militare dal 1885.
Chiesa di San Nicolò
La chiesa è molto ampia ed ad una sola navata coperta da un tetto a capriata, con una grande abside. La chiesa di San Nicolò ha molti affreschi in parte scomparsi. La sua splendida sacrestia è stata salvata dalla principessa Gika Rasponi, una illustre Ravennate di adozione. Tale sacrestia si può vedere nel luogo ove essa la fece trasportare per salvarla dalle grandi espropriazioni napoleoniche presso il Castello di Sant’Arcangelo (Rimini), ove discendenti dei Conti Rasponi hanno tuttora possedimenti.