Le principali attrattive di Faenza
Il centro della città è costituita dalle
piazze della Libertà e del Popolo.
Da queste partono i corsi principali che
dividono la città stessa in quattro rioni,
denominati Rosso, Verde, Giallo e Nero.
Su un lato della piazza della Libertà si staglia
la poderosa mole della Cattedrale,
costruita da Federico Manfredi,
che pose la prima pietra il 25 maggio 1474.
L'opera fu affidata dapprima a Giuliano da
Maiano e terminata in seguito da Lapo di
Pagno Portigiani. Di stile brunelleschiano,
ha facciata incompiuta.
L'interno,
a tre navate e cappelle esterne,
presenta numerose opere interessanti tra cui:
il mausoleo di San Savino,
opera di Benedetto da Maiano, fratello di Giuliano;
la cappella della Madonna delle Grazie,
principale patrona della città;
le statue a fianco dell'altare di scuola veneta (sec.XVII).
Legato al culto della Madonna è lo stendardo appeso
al centro della cupola, inviato dalla città di
Varsavia nel 1651 per grazia ricevuta di cessata peste.
Nel pilastro destro di ingresso al transetto si trova il
monumento funebre al generale Evangelista Masi,
di scuola berniniana. La pila acquasantiera di destra
e la vasca battesimale in marmo sono invece opera
di Pietro Barilotto (1482-1553).
Vicino alla cattedrale si eleva Palazzo Laderchi,
realizzato alla fine del '700.
Prossima al crocevia tra i due assi stradali principali
è la barocca Fontana di Piazza
di Domenico Paganelli (1545-1624),
su disegno di Domenico Castelli detto il Fontanino.
I draghi e le aquile ricordano lo stemma del pontefice
Paolo V Borghese, allora regnante.
Tipica è la Torre dell'Orologio,
ricostruita dopo il 1944; in una nicchia si trova una
Madonna col bambino di Francesco Scala (sec. XVII).
Nella piazza del Popolo sorge il palazzo del Podestà (sec. XII),
unito alla Torre da un ballatoio.
Di fronte si trova il palazzo del Municipio coi suoi
antichi merli ghibellini.
Da ricordare all'interno la vastissima sala d'ingresso
con soffitto a cassettoni e le tre sale del Sole,
delle Stelle e delle Rose, così chiamate dagli
affreschi decorativi opera di pittori bolognesi.
Da piazza del Popolo si imbocca corso Mazzini,
asse viario sul quale si possono ammirare una serie
di costruzioni del periodo '700-800: i palazzi Zanelli,
Conti e Gessi e la casa Piani Pasi. Al n. 93 si trova la
severa mole in mattoni rustici del palazzo
Mazzoleni. In viale Baccarinì è il
museo internazionale delle ceramiche,
fondato da Gaetano Ballardini nel 1908,
che offre una rassegna interessante ed esauriente
dell'arte ceramica con particolare riguardo
alla produzione faentina.
Pregevole il teatro comunale Masini;
esempio di architettura neoclassica,
è il risultato di modifiche tardo ottocentesche
sull'originale facciata del Pistocchi (1780-1787).
All'inizio di via Santa Maria dell'Angelo, il palazzo Gesuiti ospita la Pinacoteca comunale, che racchiude opere di Donatello, Guardi, Palmezzani, Rambelli e altri artisti toscani, emiliani, romagnoli e stranieri.
All'inizio di via Santa Maria dell'Angelo, il palazzo Gesuiti ospita la Pinacoteca comunale, che racchiude opere di Donatello, Guardi, Palmezzani, Rambelli e altri artisti toscani, emiliani, romagnoli e stranieri.
Nella piazza Frà Sabba da Castiglione
si colloca la chiesa della Commenda.
Fondata nel XII secolo e ampliata nel XIII,
conserva una serie di affreschi di Girolamo
da Treviso il Giovane. In piazza Maria «foris portam»
sorge la chiesa di Santa Maria Vecchia,
di epoca medievale, con all'interno tele del Missiroli,
di Savino Lega, Rocchetti e Gaspare Sacchi (sec. XVI).
Il suo campanile, a forma ottagonale con scala a
chiocciola interna ed anima cilindrica,
è uno dei più importanti monumenti
altomedievali della regione.
Vicino alla chiesa sorge il convento,
dove nel 1072 morì S. Pier Damiani.
Poco lontano si leva palazzo Milzetti,
raro esempio dell'età neoclassica,
che presenta affreschi del Giani,
decorazioni del Bertolani,
sculture del Trentanove ed infine
bassorilievi dei fratelli Babanti Graziani.
A circa sei chilometri dal centro si trova la
Torre di Oriolo dei Fichi, antico castello
a base esagonale, risalente al sec. IX,
in cui trovò rifugio il frate Alberico Manfredi
di dantiana memoria.
A Faenza nella quarta domenica di giugno si tiene il palio del Niballo, una giostra medievale tra i rioni della città, accompagnata da esibizioni di sbandieratori
A Faenza nella quarta domenica di giugno si tiene il palio del Niballo, una giostra medievale tra i rioni della città, accompagnata da esibizioni di sbandieratori
Un parco nel centro di Faenza
Il parco di Faenza è un'oasi di verde artificiale,
situata vicino al centro della città,
all'interno troviamo laghetti comunicanti tra di loro
che abbelliscono il panorama naturale del parco.
Ci sono tanti animali liberi di camminare ovunque,
oche, cigni, pavoni, criceti, conigli selvatici, tartarughe,
e una immensa varietà di pesci.
Questi animali, cresciuti in cattività,
vengono nutriti anche dai visitatori del parco.
C'è un immenso parco giochi per i bambini
che contiene anche una locomotiva dove i bambini,
assistiti dai genitori, possono giocare esplorandone l'interno.
È un posto tranquillo, dove passare i pomeriggi immersi
nella lettura in un ambiente rilassante e fresco.
È attraversato da sentieri e da ruscelli e ci sono
moltissime panchine dove rilassarsi durante il clima
mite tipico primaverile.
È circondato da un percorso per fare corsa a piedi,
e all'interno ha un sentiero da seguire
anche con esercizi ginnici.
Ideale per passeggiate con la famiglia e i figli,
il parcheggio esterno accoglie diverse automobili
inoltre è provvisto di baracchini e piadinificio con
piadina romagnola e pizza, gelati e bevande.
E' una piccola rarità e perla verde in Romagna.
Cenni storici sulla città di Faenza
La mitologia fa risalire la fondazione della città agli attici,
che risalendo l'Adriatico e fondata Navenna (l'attuale Ravenna),
si spinsero nell'entroterra e edificarono un nuovo insediamento:
«Faoentia» (che significa «splendo fra gli dei»).
La realtà storica però è differente. Piccolo villaggio etrusco,
Faenza crebbe, secondo Tito Livio, in coincidenza
con l'occupazione dei Galli Boi, che però dovettero
cedere dopo un lungo periodo allo strapotere di Roma.
Il legame con l'urbe romana divenne assai stretto,
tanto che per la fedeltà dimostrata durante le guerre
puniche la città venne denominata «Faventia»,
cioè «città amica».
Le invasioni barbariche riportarono
Faenza nell'anonimato per quasi un millennio.
La rinascita coincise con l'alleanza stretta tra il
Papa e Carlo Magno, che nel 774 scese in Italia
col suo esercito e instaurò il sistema
amministrativo feudale nella città.
Si aprì allora un'epoca di conflitti tra signorotti
e nobili locali e popolazione, che portò
progressivamente, a partire dal XII secolo,
a una rapida trasformazione: dal sistema
feudale alla protoliberale e progressiva
istituzione comunale. Nel 1141 vennero
eletti i primi consoli, nel 1155 il podestà.
Inizialmente fedelissima all'imperatore Federico Barbarossa,
nel 1178 Faenza cambiò completamente bandiera,
aderendo alla Lega lombarda.
La divisione tra frazione guelfa e ghibellina favori la conquista
del potere civico da parte di Maghinardo Pagano,
che fu a lungo podestà e capitano del popolo.
Nei primi anni del secolo XIV i guelfi riconquistarono
il predominio in Romagna e ciò significò l'affermazione
definitiva della casata dei Manfredi. Sotto questa dinastia,
durata quasi due secoli, la città registrò un notevole sviluppo
architettonico e artistico.
La signoria dei Manfredi cessò improvvisamente con la fine
di Galeotto Manfredi, assassinato dalla moglie nel 1488,
e del ciglio Astorgio III, ucciso a Roma dove era
prigioniero del Papa, dopo la conquista di Faenza a opera
di Cesare Borgia (1501). Dopo una brevissima parentesi
di soggezione alla Repubblica Veneta, tornò a dominare la
Chiesa fino all'ultimo decennio del XVIII secolo.
In questo periodo numerose furono le calamità affrontate
dal popolo faentino, tra cui pestilenze e passaggi nel suo
territorio di eserciti italiani e stranieri.
L'unica fonte di reddito era l'agricoltura,
a cui presto però si affiancarono attività commerciali ed artigiane.
Ciò portò a una nuova fioritura architettonica,
sia nella costruzione di nuove residenze sia di edifici religiosi.
Alla fine del '700 fu la volta dei Bonapartisti della Francia
post-rivoluzionaria, che fecero di Faenza il capoluogo della
Repubblica Cisalpina. Nella prima metà dell'800 fallirono
i tentativi di restaurazione da parte ecclesiastica,
fino all'annessione al regno di Sardegna nel 1859.
Nella seconda parte del secolo cominciò a svilupparsi l'industria,
che raggiunse il suo massimo sviluppo durante l'Esposizione
Torricelliana del 1908. La seconda guerra mondiale frenò
lo sviluppo della città, che oggi deve la sua fama
nel mondo soprattutto all'arte della ceramica.
Dove si trova Faenza ?
Altezza sul mare: m 36
Distanza da Ravenna: km 41,3
Frazioni: Granarolo e Reda.