Il 16 luglio 2017 l'Abbazia di San Benedetto in Alpe è stata riaperta al pubblico, parliamo di una delle più antiche abbazie benedettine della Romagna, situata all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi, vicino alle cascate di acquacheta, nell'omonimo paese di San Benedetto, si aggiunge quindi un itinerario turistico per i visitatori che vorranno ammirare questo parco immerso nel verde, recentemente diventato patrimonio UNESCO.
San Benedetto in Alpe è un suggestivo paese immerso nella natura incontaminata nel cuore della Romagna. Si trova a 45 chilometri da Forlì (Romagna) e a 64 da Firenze (Toscana), infatti è l'ultima località che delimita la Romagna dalla Toscana segnando il confine. Il paese prende il nome dalla secolare abbazia benedettina, uno dei più antichi monasteri dell'Appennino romagnolo, la conferma si ha da un gruppo di eremiti presenti qui già dal decimo secolo. Si pensa che proprio dall'aggregazione degli eremiti della zona si sviluppò il complesso abbaziale secondo la regola benedettina.
L’Abbazia di San Benedetto in Alpe sorge in posizione sopraelevata rispetto all’abitato dell'omonimo paese, infatti è situata su di uno sperone di roccia chiamato Poggio. Il monastero beneficiò di un grande sviluppo nei primi secoli dalla sua costruzione acquisendo vasti possedimenti e divenendo un punto di riferimento per l’economia delle comunità presenti. L’antica abbazia dispone anche di poderi utilizzati per l’agricoltura e l'allevamento, denominati: Caprile, Vignale, Pecorile.
Come accennato prima l'Abbazia di San Benedetto in Alpe è situata all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi, il fascino dei suoi paesaggi colpì e ispirò Dante, che fece sosta proprio nell'abbazia durante il suo viaggio verso Forlì nel 1302. Inoltre a Portico di Romagna, località poco distante da San Benedetto in Alpe, si può ammirare il palazzo di famiglia di Beatrice, l'amata di Dante, che è nata proprio qui.
San Benedetto in Alpe è un suggestivo paese immerso nella natura incontaminata nel cuore della Romagna. Si trova a 45 chilometri da Forlì (Romagna) e a 64 da Firenze (Toscana), infatti è l'ultima località che delimita la Romagna dalla Toscana segnando il confine. Il paese prende il nome dalla secolare abbazia benedettina, uno dei più antichi monasteri dell'Appennino romagnolo, la conferma si ha da un gruppo di eremiti presenti qui già dal decimo secolo. Si pensa che proprio dall'aggregazione degli eremiti della zona si sviluppò il complesso abbaziale secondo la regola benedettina.
L’Abbazia di San Benedetto in Alpe sorge in posizione sopraelevata rispetto all’abitato dell'omonimo paese, infatti è situata su di uno sperone di roccia chiamato Poggio. Il monastero beneficiò di un grande sviluppo nei primi secoli dalla sua costruzione acquisendo vasti possedimenti e divenendo un punto di riferimento per l’economia delle comunità presenti. L’antica abbazia dispone anche di poderi utilizzati per l’agricoltura e l'allevamento, denominati: Caprile, Vignale, Pecorile.
Come accennato prima l'Abbazia di San Benedetto in Alpe è situata all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi, il fascino dei suoi paesaggi colpì e ispirò Dante, che fece sosta proprio nell'abbazia durante il suo viaggio verso Forlì nel 1302. Inoltre a Portico di Romagna, località poco distante da San Benedetto in Alpe, si può ammirare il palazzo di famiglia di Beatrice, l'amata di Dante, che è nata proprio qui.
La decadenza dell'Abbazia
A causa di una cattiva gestione dei beni amministrati, dalla metà del quattordicesimo secolo, inizia il periodo di decadenza dell’Abbazia,
infatti la diminuzione delle vocazioni religiose e le mancanze di nuove fonti di entrata come donazioni o rendite contribuiscono al crollo dell’abside e della parete di sinistra. L’antica chiesa fu demolita e successivamente, ad opera del Capitolo collegiale di San Lorenzo, fu edificata una nuova chiesa di dimensioni minori rispetto alla precedente, a tre navate e dotata di transetto ed abside, lavori che portarono alla demolizione di una parte del chiostro originale.
infatti la diminuzione delle vocazioni religiose e le mancanze di nuove fonti di entrata come donazioni o rendite contribuiscono al crollo dell’abside e della parete di sinistra. L’antica chiesa fu demolita e successivamente, ad opera del Capitolo collegiale di San Lorenzo, fu edificata una nuova chiesa di dimensioni minori rispetto alla precedente, a tre navate e dotata di transetto ed abside, lavori che portarono alla demolizione di una parte del chiostro originale.
La cripta
La maggior parte della cripta dell’Abbazia di San Benedetto in Alpe è rimasta coinvolta nella demolizione settecentesca. Ma è rimasta intatta la parte corrispondente al transetto di destra. E' di forma quasi quadrata, con quattro archi sorretti da due artistiche colonne, alte, senza il piedistallo e il capitello. Le colonne sono a forma quadrata, coi lati slabbrati, in modo che assumono la forma ottagonale. Tali colonne sono piantate nel centro della cripta, sono sormontate da capitelli che imitano lo stile bizantino.
Da ciascun capitello partono quattro archi che vanno ad appoggiarsi sulle colonne aderenti al muro e toccano terra. L’arco che va verso l’altra colonna poggia sull’altro capitello, e quello che va verso la piccola finestra si biforca e poggia, lateralmente alla finestra, in una colonna adiacente al muro fino a terra. Da ciascun capitello partono ancora altri quattro crinali dirigentesi al centro dell’arco e formanti volte a botte e a crociera. La cripta ospita ora le presunte reliquie dei martiri cristiani Primo e Feliciano, che in precedenza erano collocate sotto l’altare maggiore.
Gli scavi archeologici del 1987, compiuti in una porzione dell’area dove sorgeva l’antica chiesa, hanno messo in luce i resti della parte centrale della cripta, che è risultata suddivisa in tre navate da pilastrini ottagonali con terminazione quadrata, in arenaria, su cui poggiavano capitelli a tronco di piramide. L’accesso si apriva sulla navata mediante due scale disposte simmetricamente. Si può ora entrare nell’area degli scavi attraverso la parte di cripta rimasta intatta.
Gli scavi archeologici del 1987, compiuti in una porzione dell’area dove sorgeva l’antica chiesa, hanno messo in luce i resti della parte centrale della cripta, che è risultata suddivisa in tre navate da pilastrini ottagonali con terminazione quadrata, in arenaria, su cui poggiavano capitelli a tronco di piramide. L’accesso si apriva sulla navata mediante due scale disposte simmetricamente. Si può ora entrare nell’area degli scavi attraverso la parte di cripta rimasta intatta.
Indicazioni stradali
Da Ravenna è possibile raggiungere San Benedetto in Alpe in automobile, passando per la Strada Statale 67. La distanza è di 78 km, quindi il viaggio dura circa un’ora e quaranta minuti. Oppure da Faenza tramite la Strada Statale 67. La distanza è di 57 km, quindi la durata del viaggio è di circa un’ora e cinque minuti. Mentre da Firenze si percorre l’autostrada A14 e strade statali e provinciali. La distanza è di 125 km, quindi il viaggio dura circa due ore. Oltre a questa opzione, è possibile raggiungere in treno Forlì, che è la città più vicina a San Benedetto e da qui con bus o auto raggiungere la località. Per raggiungere il Monastero facendosi guidare dal navigatore satellitare del proprio telefono cellulare, è possibile avviare l'applicazione cliccando sulla mappa sottostante.
Indirizzi e recapiti
Telefono: 0543 378075 - Mobile: 389 5824286
Comune di Portico e San Benedetto
Telefono: 0543 967047